Tra due settimane la mia compagna di banco del liceo si sposa.
Una frase che racchiude mille considerazioni.
Comunque stiamo organizzando l'addio al celibato.
Volente o nolente mi sono ritrovata in mezzo all'organizzazione, anche se avrei preferito festeggiare e basta.

Ora, badando al lato veniale della cosa.
Questo è il 5° (QUINTO) matrimonio a cui sono stata invitata quest'anno.
Mi viene dunque un pochetto difficile considerarlo come l'evento dell'anno.

Cara amica che ti sposi, sono tanto contenta per te.
Spero davvero che il tuo sia un matrimonio felice.
E sono contenta che mi abbia invitato per festeggiare con te questo giorno.
Però è la QUINTA volta che festeggio, quest'anno.
E se pure ogni matrimonio è diverso e unico, per me quello che non cambia è il fatto che i matrimoni costano anche a chi è invitato.
Soprattutto se vuoi che ti organizzino la festa speciale di addio al nubilato di cui fingerai di non sapere nulla, quella in cui c'è la cena, i regali, frizzi, lazzi e sticazzi.
Soprattutto se scrivi con non chalance nelle partecipazioni che regalo non ne volete e il regalo più bello siamo noi, però per sicurezza ci lasci il tuo numero di IBAN/Poste Pay.
Soprattutto se ti sposi i primi di ottobre, e l'ultimo vestito per un matrimonio l'ho comprato a luglio e pur di non comprarne un altro ho deciso che mi vestirò di nuovo così anche se c'è la possibilità che mi si ghiaccino le gambe.
Soprattutto perchè visto l'abito di cui sopra dovrò aspettare ancora due settimane per fare la ceretta completa gambe cosce ascelle e pure inguine (massì), che non posso avere anche il problema della ricrescita, il giorno del tuo matrimonio.
Soprattutto perchè mi arrivano mailss da invitati sconosciuti che, invocando la tradizione sarda del regalo di nozze (eh?), mi dicono che il giorno del tuo matrimonio dovrei mettere in una busta l'equivalente del pranzo che mi stai invitando + (PIU') una quota per pagarti il viaggio di nozze.

Cara amica, hai presente?

Per me il tuo matrimonio rischia di diventare un grosso investimento (a rendimento zero): non capisco perchè non esista una voce MATRIMONI DEGLI AMICI deducibile dalla dichiarazione dei redditi.

Hey. Could we do that again? I know we haven't met, but I don't want to be an ant. You know? I mean, it's like we go through life with our antennas bouncing off one another, continously on ant autopilot, with nothing really human required of us. Stop. Go. Walk here. Drive there. All action basically for survival. All communication simply to keep this ant colony buzzing along in an efficient, polite manner. "Here's your change." "Paper or plastic?' "Credit or debit?" "You want ketchup with that?" I don't want a straw. I want real human moments. I want to see you. I want you to see me. I don't want to give that up. I don't want to be ant, you know?

Sanity is a madness put to good uses; waking life is a dream controlled.

[ho sognato un racconto stanotte, scritto da me. l'ho letto a voce alta, in sogno, e quando ho aperto gli occhi ce l'avevo ancora in testa. poi è sparito, travolto dalla realtà.]

Per le persone che fumano e lasciano le pagliette di tabacco sulla tovaglia
Per le persone che si vantano di andare in ufficio il sabato, nascondendosi dietro un tono da vittima
Per le persone che si raggruppano a chiacchierare sul marciapiede e tu rischi di morire se solo esci dalla riga pedonale
Per le persone passive, che fanno UNA cosa al giorno, che non si sbattono manco morte per arrivare ad un semplice ma fondamentale obiettivo
Per il mio ostello della gioventù, che non rende un fico secco ma che mi ha veramente stancato
Per il divano letto aperto in "soggiorno" da due settimane, con le briciole sulle lenzuola e jeans e camicie sparpagliate dappertutto
Per la quantità immane di cibo che finisce nella nostra spazzatura ogni giorno
Per il pavimento della cucina, che non si può guardare
Per chi cammina dentro casa con le scarpe e soprattutto sul tappetino davanti alla vasca da bagno
Per i medici che hanno un congresso/giro in reparto/guardia ogni weekend
Per i miei capelli, che dovrei tagliare
Per i sei piani di scale a piedi, che mettono a dura prova il sistema di pompaggio del mio cuore e che non mi sembra stiano dando nemmeno alcun beneficio in termini di rassodamento gluteo
Per il mio guardaroba che non è pronto ad affrontare un altro inverno
Per me che non ho mai voglia di cucinare ne di fare la buona casalinga
Per me che penso ogni santo giorno di dare le dimissioni
Per me che non riesco a capire, tra le mille idee confuse, che svolta dare a questi giorni qui
Per me che guardo le vetrine ma non compro
Per me che mi faccio venire la nausea a furia di leggere
Per me che ho i conati di vomito ogni mattina
Per me.

Piove. Inverno. Giubbotto.
Così mi si scombina il bioritmo. L'autunno porta con sè il sonno perenne, la caduta dei capelli, il nervoso mattutino perchè non c'è il sole in cielo. In autunno ci sono anche cose molto belle, come le foglie rosse che cadono, l'asfalto bagnato su cui mi specchio da sotto l'ombrello rosso, il mio cappottino rosso. Però il mio bioritmo esige che tutto questo meccanismo si inneschi almeno almeno in ottobre, dai. Perchè il meccanismo implica anche il mettere in pratica i buoni propositi di fine estate e affrontare le paranoie e cose così. In genere tutto questo tran tran di cose ti trascina talmente tanto nel vortice del tempo che manco te ne accorgi ed è Natale [poi vabbè guardi il calendario e ti rendi conto che è il 15 di ottobre, è solo che i negozi hanno anticipato ancora gli addobbi alle vetrine]. In ogni caso il 16 settembre, come data ultima per dire addio alla manica corta, non la accetto. Che sia passeggero, dunque, mi auguro.

Questa merdosetta giornata di pioggia e neon e mal di testa è stata comunque allietata da grasse risate pomeridiane alla vista del cappello da Crocodile Dundee della capa, che, ormai tornata dall'Australia, evidentemente non si sente ancora pronta ad abbandonare l'aussie che si nasconde in lei. La cosa buona di questo lavoro - ecco, sorpresa, non mi lamenterò oggi - è che con le mie colleghe mettiamo su delle gag di cui possiamo ridere per ore. Ci invidiano un pochetto, a noi tre dell'internazionale, perchè nonostante la cacca che ci cade addosso ogni giorno riusciamo a ridere fino alle lacrime. Comunque la capa con un cappello a zanzariera starebbe sinceramente bene.

Oh, altra notizia allietante della giornata è che mi hanno preso per il corso di giapponese!
Non ci speravo. Tornerò letteralmente sui banchi di scuola, avrò una maestra, un libro tutto in giapponese e dovrò imparare a scrivere. Sarà molto emozionante, un simil-ritorno alla prima elementare, solo che stavolta non saprò nè leggere nè scrivere. Magari riempirò un quaderno intero di stanghette. Sono pronta.

Ho i piedi distrutti dall'ennesimo paio di scarpe sbagliate [ e stavolta erano normali scarpe da tennis ]

Ho tutti i muscoli indolenziti e il dottore per prendermi in giro mi ha diagnosticato la miastenia, solo che potrei anche crederci

Le polacche sono andate via ieri mattina alle cinque si sono svegliate alle quattro si sono asciugate i capelli col phon per mezz'ora

Da ieri sera a questo pomeriggio ho accumulato qualcosa come 15 ore di dormita

Stamattina siamo andati a Pavia poi a Tortona e abbiamo comprato una libreria nuova che riempirò io però

Stasera andiamo a ballare all'aperto anche se mi sa che piove

Ho mangiato una seada per merenda e ora sbranerei un bue

Il fatto è che mi rimetterei volentieri a letto.

Oh finalmente una giornata grigia e freddina tipicamente milanese, di quelle in cui non riesci ad alzarti perchè fuori è quasi buio e dimentichi la giacca a casa quindi vai al lavoro con la pelle d'oca. Davvero ne sentivamo il bisogno.

Nel mio colorato appartamentino al sesto piano (ora senza ascensore per tutto il mese) il soggiorno si è nuovamente tramutato in ostello della gioventù. Al momento è infatti occupato da tre polacche, che siamo andati a prelevare in stazione ieri notte. Ora, loro sono amiche e il servizio è gratuito, ma vai a sapere, potrei sfruttare monetariamente il confortevole soggiorno che creativamente nasconde 3 posti letto. Un couchsourfing very low cost.

C'ho un pò di confusione linguistica, mi sento provata dall'alternanza francese-inglese, il che m'ha gettato nello sconforto. Che mi si stia esaurendo l'elasticità mentale? Ne sarei completamente affranta. Ma io lo so di chi è la colpa per questo mio addormentamento mentale. A far la market analyst non ci si guadagna.

Altro che corso di giapponese, dovevo cercare quello di training autogeno.
Lo so che domani mi servirà un sacchetto di carta dentro cui soffiare perchè non riuscirò a reggere lo scompenso dovuto al ritorno della capa.

La cosa buffa è che probabilmente manco mi prendono al corso di giapponese. Fanno una selezione in base ai requisiti, roba in cui notoriamente fallisco da sempre. Stavolta non sono disoccupata, non sono studente, ho come unica motivazione la cultura personale.

Insomma, non sto al passo coi tempi.
Fatemi scendere, che mi viene da vomitare.

Hanno trasferito il consolato ucraino davanti a cui passavo ogni giorno per andare a lavoro.
Sembrerà una bazzeccola, ma oh, per me era un punto di riferimento.
Più che altro perchè mi piaceva osservare la folla umana che si accalcava davanti ai cancelli prima dell'apertura. Non ho mai capito come facessero a rispettare l'ordine d'arrivo, visto che la gente arrivava da ogni angolo. I primi si stringevano contro il cancello, per non perdere il posto, gli altri rimanevano contro il muro a chiacchierare, fumare, far giocare i bambini. Una mini popolazione ucraina che impediva la circolazione di auto e pedoni. Il mercoledì, giorno di chiusura, faceva strano passare per quel pezzo di strada insolitamente deserto. Insomma, per una come me che non può fare a meno di sbattere contro pali della luce/persone/fontanelle pubbliche perchè distratta a guardare chissàchè lungo la strada, questo trasferimento del consolato mette fine a uno dei miei spunti d'osservazione mattutini. Peccato.

Ci berrò su stasera. Anche perchè ho appena ricevuto una telefonata dalla capa proveniente dall'altra parte del mondo e il latte mi si è girato nello stomaco. Ho bisogno di una pausa.