Ma sono io che c'ho un pezzo di ghiaccio al posto del cuore o è la gente in generale che a gennaio -sarà il freddo- ha più voglia di commuoversi?

Vado a vedere "La prima cosa bella" con la vicina di casa.
Avevo letto delle belle recensioni, e chi già l'aveva visto mi diceva "ah fa piangere!".
E va bè, se fa piangere di sicuro piangerò il doppio della media, in genere è così.

Mi godo il film, rido, mi intenerisco ogni tanto, ma avevo forse troppe aspettative addosso e mi ripetevo "ma quand'è che fa piangere davvero?". Giusto una commozione leggera al momento del matrimonio e verso la fine, che comunque era prevedibile...insomma le luci si riaccendono e il film mi è piaciuto anche se non rientrerà certo tra i miei preferiti, mi dico. La vicina di casa invece è sfatta dal pianto. Boh. Attorno a me gente che s'asciuga le lacrime. Giorni dopo, gli status su FB degli amici si soffermano sulle lacrime versate per questo film.
Ecchecavolo, ho visto un "Nuovo Cinema Paradiso" degli anni 2000 e non me ne sono accorta? Sto messa male.

Sono in overdose. Cancello, penso, cancello, ancora uno.

C'è un cielo schifoso oggi, schifoso. Lattiginoso e denso che mi fa venire i nervi se guardo fuori. Poi mi arrivano le voci da Casa, e me li immagino tutti lì, a scherzare e fare il pranzo della domenica, e mi viene il nervoso. Quindi ancora uno.
E questi weekend così, per cosa? Dovremmo passarli in modo diverso, e pour le reste, on s'en foute.
J'ai besoin du soleil, au moins le weekend.
Pff.

Ho un buono regalo da 100 € da spendere in libreria. Ho fatto la mia buona listina su un taccuino, ma sarà difficile rispettarla. Perchè lo so che quando sarò lì, in mezzo a tutte quelle copertine, troverò irresistibili 10 altri libri che non sono in lista. E mi manderò in rovina con le mie stesse mani.

Devo assolutamente comprare l'agenda 2010. Sono indietrissimo e dimenticherò questo mese di gennaio che già sta per finire. Mi si appiattisce la memoria, se no.

E il frigo è semi-vuoto perchè ho fatto lentamente scivolare la mattina e ho perso l'appuntamento col mercato di via Tabacchi. E' un bel posto quello, il sabato mattina. C'è la verdura sarda, il pomodoro camone di Pula, il carciofo di Samassi. Sono cose belle da comprare e costano pure molto molto meno che le verdure sciacquate del Simply. Mi sto trasformando in una buona casalinga che va al mercato e cucina i carciofi e che poi ha le punte delle dita nere? Solo il sabato. Quando ne ho voglia.

A Milano c'è la nebbia. Fitta talmente fitta che non si vedono più nemmeno gli sbuffi di fumo che escono dalla bocca. Esco dalla metro con la fiumana della gente delle 19, e mi fa ridere come tutti seguiamo lo stesso percorso ordinatamente, chi esce a destra chi entra a sinistra, e ci si sfiora in questi cammini paralleli sotterranei. Fuori i cinesi smontano la loro bancarella dei vestiti interessanti, e mi dico che loro sì che ne fanno di straordinari. Poi trovo la 90 calda calda e salgo su. La 90 è un posto molto interessante. Molto più interessante del 3, troppo fighetto, troppo gente che va a lavoro in giacca e cravatta. Sulla 90 ci sono tutti gli altri, invece. Ci sono le donne arabe con i passeggini enormi e un bambino/a che le tiene per mano; ci sono i gruppi di ragazzi che lavorano in un non specificato cantiere vicino alla metro; ci sono le vecchiette coi carrellini della spesa; ci sono ragazze lavoratrici ma senza tailleur; ci sono gli studenti e pure qualche aspirante modella. Ci sono i ragazzi disposti a spingere il filobus quando si ferma in mezzo alla strada (ovviamente non sono italiani: i maschi italiani in situazioni pare si dileguino, spariti). Io sono in mezzo, incastrata alla bell'e meglio, chè ultimamente la 90 non è che sia proprio puntuale. Non ho tempo di pensare, in mezzo a questa bolgia. Salto da un impegno all'altro e mi sembra di non conoscerla più quella ragazza che passava lunghi pomeriggi a leggere e trovava pure il tempo per annoiarsi.

C'è un pacchetto di patatine rustiche che occhieggia dal mobile vicino alla cucina.
Mi guarda, solo un paio di metri ci distanzia.
Potrei alzarmi dal divano, allontanarmi ulteriormente dal libro di giapponese che non so più leggere, e afferrare le rustiche.
Oppure posso continuare a guardarlo, così la domenica sembrerà più lunga.
Tipo finchè non mangio quelle patatine la domenica non può finire.
Mh. La smetto.
Sono solo in preda alla malinconia fine-domenicale, ulteriormente acuita dalle urla disumane del dirimpettaio. Apparentemente è un coetaneo siciliano, che incontro la mattina in ascensore, ma che la sera si trasforma in una sorta di incredibile Hulk che sbatte gli oggetti e urla forsennatamente contro qualcuno.
Poi capita che la mattina in ascensore mi dica: eh, ho sempre dei problemi alla gola quando sono a Milano. Eccicredo, se urli in questo modo è già molto che non ti si sia spappolata la laringe.
Comunque, visto che ormai sono molto calata nel mio ruolo di cercatrice di cose, ho degli indizi sulla tormentata doppia vita del siciliano:

- la sua ragazza in Sicilia lo tradisce, ma i due, che stanno insieme da 12 anni, non riescono a lasciarsi
- la sua ragazza vive segregata nell'appartamento qui di fronte, e non ha abbastanza voce per sorpassare le sfuriate del fidanzato geloso
[non abbiamo infatti ancora capito se la ragazza viva con lui o meno: quando lui smette di urlare si sente una voce femminile che risponde, ma potrebbe essere anche un telefono in modalità viva voce]
- la sua ragazza si scambia messaggi molto compromettenti con qualcun altro, lui li ha scoperti e gliela sta facendo pagare (ma la fa pagare pure alle nostre orecchie)[le urla hanno spesso come soggetto un "maledetto cellulare"]
- la destinataria delle urla non è la ragazza ma una mamma particolarmente oppressiva
e rompiscatole che ha rovinato la vita del figlio
- lui è schizofrenico, e urla contro i fantasmi nella sua testa

Sia quel che sia, questa storia ormai ci coinvolge tutti. Quando iniziano le urla ci fiondiamo contro la porta, chiudiamo a chiave, e speriamo di non sentire rumori strani. Mi immagino anche gli altri vicini nella stessa posizione...orecchie all'erta e brividi lungo la schiena.

Ho la pancia piena di cous cous al sugo di arachidi e zighinì.
La guida Pappamondo 2010 è una vera perla.
La signora Awa ci ha riempito i piatti e pure dato un bis, e un flan al cocco che mammamia, per poi consigliarci i negozi migliori di Milano in cui trovare gli ingredienti per il Mafè. Devo portare un pò di persone a questo Balafon, che so apprezzeranno.

Qui Milano, Grigiolandia 2, the alla vaniglia e Internazionale nuovo.
Rob Brezsny mi dice di godere della mia versione personale della bassa marea, chè l'alta marea tornerà presto. Io gli credo. Per il momento mi va bene pure la bassa.

Torno.
E mangio una seada, con il miele squagliato sopra.
Mi serve, va contro la dieta ma mi serve.

In fondo chissenefrega della dieta.
Dimagrirò man mano che arriva la primavera.
In genere succede.

E poi mi sto lanciando nella preparazione di queste portate che è impossibile non mangiare.
Venerdì scorso ho fatto dei cannelloni alla carne da paura, che la gente s'è leccata i baffi.

Ho appena scoperto che la seada buonissima che ho appena mangiato era scaduta poco meno di un mese fa. Prima di Natale. Quindi stanotte potrei morire per intossicazione da formaggio di seada, o forse passare la notte sul gabinetto.