Oggi pranzo sano. Panino mozzarella e pomodoro come alle scuole medie. Ho solo fatto l'errore di poggiarlo a fianco al pc, e dopo mezzogiorno il profumo di mozzarella ha iniziato a inebriarmi le narici. Mancano venti minuti all'una ma non ho potuto fare a meno di addentarlo. Non è che abbia degli orari nel pranzo in ufficio, però prima mangio, prima mi viene fame la sera, prima mi distraggo dal lavoro perché inizio a pensare al cibo.
Ho questo bisogno irrefrenabile di frutta verdura e dieta mediterranea da quando sono tornata dal Perù. Abbiamo mangiato molto bene, per carità, ma il panino con mozzarella e pomodoro lì non ce l'hanno ad esempio. O il tramezzino tonno pomodoro. L'abbiamo citato molto durante i nostri spostamenti luuuunghi in bus. Soprattutto quando la signorina di Cruz del Sur ci metteva di fronte il vassoietto in alluminio con il panino al pollo rosa. Io non l'ho mai mangiato. Anche perché ogni volta che salivo su un bus magicamente il mio intestino iniziava a ballare la marinera. Non so, doveva essere una reazione incondizionata all'avvertimento della voce registrata di Cruz del Sur che diceva: utilisar los servicios igienicos SOLO per urinar, por favor. Calcava molto la voce su quel SOLO e già mi vedevo in una prigione peruviana per aver trasgredito il monito. Questa lotta tra coscienza e intestino. Molto faticosa. Comunque Cruz del Sur mi starà cercando, sono una latitante, la coscienza ha perso.

E' arrivata la trapunta sul letto. Peccato perché il lenzuolo effetto stellato mi piaceva molto. Sopra la trapunta c'è molta roba. E a fianco al letto molta roba. Un trolley non ancora svuotato dai tempi del weekend ad Aosta. Uno zaino da trekking vuoto, il cui riempimento stiamo rimandando di giorno in giorno. Bravi procrastinatori, sembreremmo. Un pò lo siamo, ma ciò non snatura per niente il mio vero essere, che è quello geneticamente ereditato della donna ansiosa. Tanto che sto prendendo una pastiglietta che mi calma le viscere, ma non l'ansia.
Eccoci dunque a tre giorni dal sorvolamento dell'atlantico e scopro che il mio coinquilino con l'anello c'ha pure lui qualche preoccupazione. Dilettanti!

Torno a casa da lavoro. Cerco le chiavi nella solita tasca della borsa marrone, che non usavo da qualche settimana.
Le chiavi si incastrano in mezzo a un mucchietto di forcine.
Mi chiedo da dove vengano, che nemmeno le uso così grandi, io.
Qualche frazione di secondo e mi ricordo.
Sono le forcine che ho tirato fuori a una a una dalla massa dei miei capelli sfatti e laccati prima di andare a dormire, alla quasi alba del 22 agosto.
Ci ho messo un'eternità a tirarle fuori tutte. E' stata una lunga caccia al tesoro. Non credevo di avere tanti capelli e che dentro potessero nascondersi tante forcine. E' stato quasi più lungo che riuscire a sfilarmi finalmente l'abito di dosso.
Anche per quello ci è voluto un pò, più che altro perché non potevo farlo da sola. Per cui sono rimasta imbalsamata sul letto, cotta dalla stanchezza, con il corpetto allentato dopo la notte di festeggiamenti, fino a che il principe violetto non è venuto a salvarmi.
Principe violetto che, prima del mio vestito, si stava occupando di sgombrare la camera dai millemila bicchierini mezzi pieni d'acqua che circondavano il nostro letto da notte di nozze - amabilmente preparato e insistentemente (soprattutto) voluto dalle care mamme.
Millemila bicchierini che, strascico alla mano, sono riuscita a dribblare atleticamente pur di potermi stendere sul materasso e constatare la definitiva dipartita delle dita dei piedi.
Peccato che il letto fosse pieno di grano. Pieno. Sopra sotto dovunque.
Cari amici bricconi. Tanto bricconi che quasi mi è venuto un infarto quando - vescica urlante pietà - ho aperto la porta del bagno e sono annegata in mezzo a centinaia di palloncini che ostruivano la via al wc, sapientemente incellofanato per l'occasione.
Naturalmente mentre lasciavamo Cagliari su una Rossana fiammante e infiocchettata, diretti alla nostra casetta in campagna, non immaginavamo minimamente che avremmo dovuto tribolare tanto prima di chiudere gli occhi nel sonno.
Ma a ripensarci tribolerei altre cento volte.
E rifesteggerei altre mille volte.
Chissà perché fa tanta paura l'idea di sposarsi.
Ah sì, sicuramente perché il dopo è per sempre, perché è un legame teoricamente indissolubile e bla bla bla.

Ma vuoi mettere quanto ti diverti QUEL giorno?

A pensarci bene era da tanto, tantissimo, che non avevo una serata così. Una di quelle qualsiasi cosa mi dirai verrà usata contro di te e non si può fare a meno di rimanere investiti dalla mia scia di acidità che manco il gorgonzola piccante sfatto dal caldo.
Questa cosa potrebbe anche essere vista in chiave positiva, perchè vuol dire che sto migliorando molto visto che era da tanti mesi che non accadeva.
Comunque rimane una serata negativa.
E tutto per colpa di una stupida pietruzza che doveva essere incastonata al posto giusto e invece non c'è, e quando me ne sono accorta ci sono rimasta talmente male che m'è venuto questo momento di sconforto e mi sono inacidita definitivamente.
Dai, pensiamoci, in fondo litigare ogni tanto fa bene, ed era veramente da tanto, tantissimo, che non ci si mandava a quel paese alzandosi da tavola contemporaneamente e sbattendo le sedie contro il tavolo. Che bei momenti.
Ti fanno apprezzare tutto il resto.

E detto questo, anche il pomeriggio è stato abbastanza irritante. Con questa videoconferenza Roma-Milano e io sola a fronteggiare queste Hr employer branding blah puh della grande azienda X che si crede la più toga dell'universo e non ho potuto nemmeno sbattere le sedie contro il tavolo e dire va bè grazie di avermi fatto venire qui per niente a parlarvi di qualcosa che non vi interessa torno in ufficio a sciogliermi dal caldo. No, ho dovuto aspettare un'ora e mezza prima di potermi riinfilare nella metro e propinare una sfilza di vaffanculo fra me e me.

I social network teoricamente non dovrebbero farti perdere di vista nessuno. In pratica invece succede come nella realtà, e quando non c'è più interesse/tempo/volontà di relazionarsi con qualcuno o con un gruppo di qualcuno con cui hai condiviso vita passata, semplicemente smetti di farlo.
Il bello o brutto dei social network - a seconda dei casi - è che poi certe persone tornano, e si ristabilisce qualche contatto. Anche solo per avere delle notizie gli uni degli altri. D'altronde è bello non perdere completamente di vista le persone che ti hanno fatto ridere, passare notti in bianco, conoscere un'altra cultura.
Quello che mi fa strano è ritrovarli ora. In questo preciso momento. Quando le novità da dare ci sono e magari ti senti pure un pò merda perchè non le hai condivise al momento giusto.
Ok, notoriamente sono una frana in queste cose, e anche stavolta non sono da meno. Credo non potrei mai fare l'organizzatrice di eventi, per dire.

Sto andando in giro per casa con il nuovo acquisto tacco 9. Mi hanno detto che per evitare brutte sorprese i miei piedi devono abituarsi alla tortura e quindi più lo indosso meglio è. Magari nei prossimi giorni lo uso pure per andare al simply. Se devono venir fuori le bolle che lo facciano ora. La sensazione principale è di soffocamento. Sarà pure perchè qui in casa ci sono almeno 28 gradi e i miei piedi non sono propriamente rilassati. Ma meglio, che si abituino.
E con questo acquisto dovrei essere al completo. Nella mia ignoranza non ci avevo pensato, ma ora dovrò pure trovare il reggiseno simile a quello che avevo il giorno in cui la sarta ha preso le misure del vestito.
Esistono persone che sanno tutte queste cose perché preparano il grande evento consultando tutte le bibbie del caso almeno due anni prima. Tipo mia cugina. Che c'aveva pure il maestro di tavola al suo ricevimento - e ho scoperto solo oggi che cos'è. Io non ce l'avrò, ovviamente. E infatti io non mi sto preparando da due anni. Ma manco da uno. Insomma, mi accorgo solo ora che ci sono dettagli che proprio proprio non avevo considerato. E la cosa non mi tange. Giusto a titolo di esempio, il pensiero che mi sta tartassando da quando sono tornata a casa è che c'è un pacchetto di Virtual che mi guarda dal sacchetto della spesa e chiede di essere mangiato. Ma io l'ho comprato per la trasferta di domani e non posso mangiarlo ora perchè sono le sette e mezza e di sicuro tutto il grasso delle Virtual passerebbe drettamente sui miei piedi, rendendo ancora più difficoltosa l'impresa di rendere comodo il tacco 9.

E' arrivato il tempo della pala girevole sul soffitto.
A Milano sono arrivate le regine incontrastate della stagione, le zanzare.
Fanno ciao ciao da dietro i vetri, ma non sono ospitale.
Sono le dieci e ventuno e da circa due ore sono di fronte a gmail. Volevo guardare un film e invece sono passate due ore. Organizzare è più lungo del previsto. Va bè che ormai sto diventando paranoica nello scrivere le mail, anche quelle più informali. Ma due ore sono tante.
Comunque fatto. Anche questa è andata.
La domenica può andare in pace.
Pur non avendone la possibilità, oggi con un colpo di testa all'ultimo, abbiamo comprato i biglietti per l'Heineken Jammin' Festival.
Mi sta venendo queste paranoia di dover fare un sacco di cose, e smetterla di rimandare di anno in anno.
Quindi questo sarà pure l'anno dell'Heineken Jammin' Festival. Come se non avessimo già abbastanza pienezza nel 2010. Approfittiamone. Comunque.