Oggi è stata una di quelle giornate in cui meno mi si rivolge la parola, meglio è. Se mi devi pure cazziare poi, guarda, ancora un pò e mi si rivoltano le budella. Per capirci, è stata una di quelle giornate in cui a un certo punto mi vedo dall'esterno. C'ho questi sdoppiamenti di personalità, ogni tanto. Mi vedo dall'esterno, con la mia camicetta e i capelli raccolti e il mascara allungante e la schiena piegata in avanti col naso che tocca lo schermo perchè è già arrivato il momento in cui i miei occhi sono stanchi di mettere a fuoco. Mi guardo così e mi dico: ma che cazzo stai facendo? ma su quali grossi concetti stai ragionando? ma quante cose troveresti di meglio da fare in queste nove ore?
E infatti dev'essere che il mio io seduto di fronte al pc ascolta quello che le sta sopra la spalla, e si mette a guardare altro invece che i grafici di DWH. Trova ad esempio un interessante blog di certa ragazzetta di una non precisata regione del nord Italia che prende il suo zaino e se ne va un anno in Australia. Di fronte a cotanta letteratura, i due io iniziano a parlare seriamente tra loro. Il discorso, sinteticamente, verte sul perchè mi autocostringo a seguire un percorso di vita che non mi entusiasma e quali sarebbero i pro e contro di dare le dimissioni diciamo settimana prossima senza avere un lavoro di ripiego. Saresti più felice? chiede l'io esterno - Ecchenesò, risponde l'io lobotomizzato sulla sedia, però mi sentirei più libera. Quindi probabilmente più felice - sentenziano all'unisono.

Dopo questi siparietti, vengo distratta e l'io esterno ritorna al suo posto. C'è una riunione con l'AD e con tutta la divisione. Sono questi i momenti topici in cui mi dico che io così non potrò diventarlo mai, e che mi fanno una tristezza, 'ste persone. Però finchè ci sono dentro mi faccio un pò tristezza anche io. Oggi perlomeno sì.


Ah, molto importante. Nelle mie peregrinazioni internettiane sono approdata al sito Hunch.com.
Gli ideatori di questo sito non sanno ancora che li tempesterò di domande.

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