Silenzio.
Fate silenzio, per favore.
E' difficile essere esauditi in questo desiderio quando si sta sotto al neon con altre 9 persone e una che urla nell'ufficio a fianco.
Dio fa che non squilli il telefono.

Il 3 della mattina è cambiato: preferisco quello arancione, più stabile, rispetto a questo verde che ci sballonzola tutti come ceci in un sacco troppo largo. Swoosh - Swoosh, mi sembra di sentire a ogni curva. Cerco di evitare il pensiero della nausea che sale.

L'ingresso nell'open space porta con se il solito violento sbalzo termico, e le prime battute della mattina puntano sull'annosa questione spegniamo il condizionatore che si gela VS no ma qui si muore di caldo. Sempre le stesse cose, miodio, mi viene già da piangere per il nervoso.

Il ritiro vis à vis nella saletta del caffè non serve a nulla se non a farci realizzare per la centomilionesima volta che non siamo felici. Che siamo nel posto sbagliato. Che le pastoie della consuetudine sono stradifficili da eliminare. Che non abbiamo le idee chiare. Che così non va.

Mancano tre giorni alle vacanze. L'anno scorso il tragitto Milano-Genova era stato un lentissimo e torturante scioglimento della tensione, dei pensieri legati a questo openspace. Quest'anno non me ne frega niente. Cambierò mood molto in fretta. Già mi riconosco di più così.

Il problema è che poi si torna.

oh divinità dei motori di ricerca di lavoro on line, fa che compaia l'annuncio giusto

Non so se è colpa mia o di Milano.
Credo di entrambi.
Anzi, al 51 % mia.

In tutte le cose, TUTTE. Ci vorrebbe un pò più di sincerità.

C'ho l'ansia [che strano, eh].
Una serie di fatti più o meno importanti mi aggroviglia i pensieri.
Ma molto. L'effetto finale è l'ansia, ovviamente.

Ricevo mail spiacevoli da persone ricomparse dal nulla e di cui posso fare volentieri a meno.
La confusione totale regna se penso a cosa voglio fare del mio tempo futuro.
Vado in giro e qualsiasi posto nuovo veda, mi immagino che sarebbe proprio bello viverci.
Non posso mica andare avanti così.

Ma l'antidoto a questa insoddisfazione permanente?

Non riesco a disfare subito le valigie, quando torno. E' ancora lì, in un angolo.

Capisci che stai perfettamente in un posto quando certi aspetti della tua vita fuori da lì sembrano inesistenti. Inesistente Milano, inesistenti i problemi di lavoro, inesistente tutto, fuorchè Casa.

E se stare a casa coi miei potrebbe, a lungo andare, sviluppare motivi di irritazione, è il DOVE che conta. I tornanti tra i monti dell'Arburese che sfociano finalmente sul mare, la sabbia fine di Portixeddu, l'aria pulita che respiro mentre leggo un libro in giardino, le vecchie vie del centro mentre vado a trovare mia nonna, gli amici di sempre che ti vengono a prendere sotto casa. Tante cose cambiano ma mantengono il loro gusto di sempre.

Non c'è soluzione al momento.

Ma è sempre così?
Per favore, qualcuno mi dica, è sempre così??
Ma che senso ha tutto questo? pensavo questo pomeriggio salendo al quarto piano. Mi faccio certi discorsi degni di un Cicerone, quando vado da un piano all'altro. Se avessi il coraggio di ripeterli a voce alta sarei la paladina gieffecacchiana che nessuno ha mai avuto il coraggio di invocare.

Giornate di livore come queste sono letteralmente INUTILI.
Ma fottetevi, voi, i vostri ferri da stiro, le ore di straordinario non pagate, la maleducazione gratuita, l'umiliazione come stile di leadership. Fottetevi.

Domani sera ho un volo per la Sardegna.
Sia mai che decido di scomparirci per un pò.

[dico sempre così, sono proprio inutile anche io]

[[però almeno un giorno di ferie l'ho chiesto]]

[[[e la tizia a cui è piaciuto il mio CV ieri non mi ha richiamato]]]

[[[[perchè?]]]]

Mi serve un sacchetto di carta dentro cui respirare, come nei film.
Il diluvio universale si è abbattuto su Milano stanotte. Sono rimasta mezz'ora sotto un portone ad aspettare un 3 invisibile. Perchè quando il maltempo imperversa sulla città i mezzi pubblici saltano: mi sembra scontato che accada in quella che si vanta di essere la metropoli ospite dell'Expo. Devio quindi sulla linea della 90 per raggiungere la metro. Effluvi di pioggia in evaporazione mista a gas di origine umana allietano il tragitto. La metro vomita gente sulla banchina, e finalmente vomita me a Cadorna. Mezz'ora di ritardo, ho recuperato in corner. E ho un paio di scarpe di ricambio in borsa.
Non faccio in tempo a sedermi che squilla il telefono, e squilla squilla squilla. Dall'altra parte sempre lei. Sto iniziando a perdere la calma. Intanto sono già le 11 e mio fratello a quest'ora sarà di fronte alla commissione d'esame. Ieri sera volevo scrivere un post da notte prima degli esami ma mi sono persa.

E' uscito il sole. Speriamo sia un buon segno.

Le domeniche d'ozio stanno diventanto un piacevole rito estivo. Il programma prevede svegliarsi con calma e pensare al massimo a quante macine inzuppare nel caffellatte. Poi si torna a letto, dopo aver spalancato le finestre. Quindi con il sole e gli uccellini che cinguettano su alberi invisibili si può scegliere se allungare la mano per prendere il libro sul comodino, oppure stare sdraiati a cantare a squarciagola hits degli anni '90. Il pranzo è un optional, ma conviene farlo, così si può uscire presto. Poi si imposta Thomas e gli si dice pòrtaci in un parco e lui ci accontenta. E' ora di squagliarsi per qualche ora al sole, leggendo Murakami e tirando giù ogni tanto il bordo della gonna, che deve essere mini per evitare abbronzature muratoriali ma insomma, manco esagerando. Ogni tanto bisogna guardare in cagnesco ragazzetti che si credono a San Siro, dando botte a un pallone a mezzo metro dalla mia faccia. Se proprio non capiscono, una frase pungente con spiccata cadenza cagliaritana li farà sicuramente desistere. Oh. Dopo un paio d'ore tornare a casa, infilarsi in doccia e stare avvolta nell'accappatoio con cappuccio annesso, senza voglia di asciugarsi i capelli. Sentire piano piano la pressione che si abbassa, non farsi prendere dal panico me assecondare la sensazione. Distogliere ogni tanto gli occhi dallo schermo che è troppo grande e bianco. Cercare nella testa idee per scrivere un nuovo posto sulla Guida Supereva, senza risultati. Il pensiero dominante è stasera cucina belga, moules frites et bière. Basta poco per farmi felice.