Le domeniche d'ozio stanno diventanto un piacevole rito estivo. Il programma prevede svegliarsi con calma e pensare al massimo a quante macine inzuppare nel caffellatte. Poi si torna a letto, dopo aver spalancato le finestre. Quindi con il sole e gli uccellini che cinguettano su alberi invisibili si può scegliere se allungare la mano per prendere il libro sul comodino, oppure stare sdraiati a cantare a squarciagola hits degli anni '90. Il pranzo è un optional, ma conviene farlo, così si può uscire presto. Poi si imposta Thomas e gli si dice pòrtaci in un parco e lui ci accontenta. E' ora di squagliarsi per qualche ora al sole, leggendo Murakami e tirando giù ogni tanto il bordo della gonna, che deve essere mini per evitare abbronzature muratoriali ma insomma, manco esagerando. Ogni tanto bisogna guardare in cagnesco ragazzetti che si credono a San Siro, dando botte a un pallone a mezzo metro dalla mia faccia. Se proprio non capiscono, una frase pungente con spiccata cadenza cagliaritana li farà sicuramente desistere. Oh. Dopo un paio d'ore tornare a casa, infilarsi in doccia e stare avvolta nell'accappatoio con cappuccio annesso, senza voglia di asciugarsi i capelli. Sentire piano piano la pressione che si abbassa, non farsi prendere dal panico me assecondare la sensazione. Distogliere ogni tanto gli occhi dallo schermo che è troppo grande e bianco. Cercare nella testa idee per scrivere un nuovo posto sulla Guida Supereva, senza risultati. Il pensiero dominante è stasera cucina belga, moules frites et bière. Basta poco per farmi felice.

1 comments:

  1. mawiapia ha detto...

    il tornare a letto con la finestra aperta e allungare la mano per il libro. ah. voglio vivere cosi'.