A Milano c'è la nebbia. Fitta talmente fitta che non si vedono più nemmeno gli sbuffi di fumo che escono dalla bocca. Esco dalla metro con la fiumana della gente delle 19, e mi fa ridere come tutti seguiamo lo stesso percorso ordinatamente, chi esce a destra chi entra a sinistra, e ci si sfiora in questi cammini paralleli sotterranei. Fuori i cinesi smontano la loro bancarella dei vestiti interessanti, e mi dico che loro sì che ne fanno di straordinari. Poi trovo la 90 calda calda e salgo su. La 90 è un posto molto interessante. Molto più interessante del 3, troppo fighetto, troppo gente che va a lavoro in giacca e cravatta. Sulla 90 ci sono tutti gli altri, invece. Ci sono le donne arabe con i passeggini enormi e un bambino/a che le tiene per mano; ci sono i gruppi di ragazzi che lavorano in un non specificato cantiere vicino alla metro; ci sono le vecchiette coi carrellini della spesa; ci sono ragazze lavoratrici ma senza tailleur; ci sono gli studenti e pure qualche aspirante modella. Ci sono i ragazzi disposti a spingere il filobus quando si ferma in mezzo alla strada (ovviamente non sono italiani: i maschi italiani in situazioni pare si dileguino, spariti). Io sono in mezzo, incastrata alla bell'e meglio, chè ultimamente la 90 non è che sia proprio puntuale. Non ho tempo di pensare, in mezzo a questa bolgia. Salto da un impegno all'altro e mi sembra di non conoscerla più quella ragazza che passava lunghi pomeriggi a leggere e trovava pure il tempo per annoiarsi.

1 comments:

  1. paco ha detto...

    …e finalmente, aggiungerei ;)