Facciamo una lista.

Osservazioni sparse sul mio lavoro:

- lavorare sempre e solo davanti a un pc mi lascia anche troppo tempo per stare zitta e perdermi nei miei pensieri.

- sto troppo zitta, anche quando dovrei parlare, se no rischierei di emettere sonori vaffanculo.

- a volte quando parlo poi mi morsico la lingua. Mi dimentico che sono in ufficio, cacchio, e quello è il capetto ergo, colleghe della pausa pranzo a parte, non sto in mezzo ad amici.

- se faccio del mio meglio per risolvere un problema in tempi ragionevoli o per sbrigare un lavoro al più presto, c'è sempre l'errore dietro. Non va mai bene al primo colpo.

- la pausa pranzo in centro è la cosa più bella che c'è, quando si lavora. Peccato che duri solo un'ora.

- le mie colleghe sono adorabili.

- le mie colleghe sono pericolose. Perchè condividiamo gli stessi pensieri, e farsi forza così ti rende ancora più incline ai vaffanculo di cui sopra.

- la mia collega A mi assomiglia troppo. Non va bene, perchè in pausa pranzo escogitiamo piani di fuga e modalità di realizzazione dei sogni che poi mi fanno stare incollata al pc per cercare informazioni su come rendere tutto concreto.

- sto per raggiungere il livello Master Zen. Anche mia mamma se n'è accorta per telefono, stupita perchè non mi lamento più come una volta. Mi si legge nella voce questo senso di rassegnazione-superiorità-menefreghismo-fanculo a tutti.


Ho molta nostalgia di casa. In questi giorni c'ho questa immagine fissa del divano vicino al camino, dei miei genitori che correggono i compiti, del vento fuori dalla finestra, della calma del pomeriggio. Mi chiedo davvero ... beh, meglio se non me lo chiedo.

Manco stasera sono andata in palestra. Lo scrivo, nero su bianco, così mi farò male ogni volta che lo rileggerò. Però c'ho ancora un pò di raffreddore, eh.

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